Ulteriori informazioni sulla Fitodepurazione
Da sempre l’acqua ha rappresentato un bene di primaria importanza per la vita di tutti gli esseri viventi. La crescita della popolazione e delle attività produttive ad essa legate hanno portato ad una forte conflittualità per l’uso della risorsa idrica, accentuata anche dal suo progressivo degrado qualitativo come conseguenza dei processi di inquinamento. L’alterazione della qualità ambientale dei corpi idrici comporta alterazione della biodiversità, minore disponibilità della risorsa per il consumo umano, e talvolta pericolosità per la salute delle specie viventi, uomo compreso. A livello nazionale ed europeo, la politica idrica mira a garantire il soddisfacimento dei fabbisogni idrici umani ed ambientali attraverso il mantenimento di elevati standard qualitativi. Si consideri infatti che, secondo i dati di sintesi nazionale per le acque superficiali, solo il 43% dei fiumi raggiunge l’obiettivo di qualità per lo stato ecologico e il 75% per lo stato chimico.
Fra le origini dell’inquinamento idrico, si distinguono in particolare le sorgenti diffuse e quelle puntiformi. A questo proposito, tutte le attività connesse ai settori agricolo, forestale e zootecnico contribuisco a rilasciare gli inquinanti nell’ambiente in maniera variabile nello spazio e nel tempo (inquinamento diffuso); invece, tutte le attività produttive fra cui gli insediamenti industriali e civili, contribuiscono all’inquinamento in maniera precisa nello spazio e nel tempo (inquinamento puntiforme).
La fitodepurazione è una tecnica naturale di depurazione delle acque che si basa sul principio di riprodurre gli stessi processi chimici, fisici e biologici di autodepurazione che caratterizzano gli habitat acquatici, le paludi e le zone umide naturali. Nella maggior parte dei casi la fitodepurazione rappresenta un trattamento secondario o terziario, a valle dei tradizionali processi depurativi, anche se in taluni casi eccellenti prestazioni depurative vengono ottenute dopo un pretrattamento atto ad eliminare i soli materiali grossolani.
I sistemi di fitodepurazione vengono abitualmente classificati sulla base dei seguenti criteri: i) flusso idrico (superficiale o sotto-superficiale), ii) percorso svolto dall’acqua (orizzontale o verticale), iii) specie impiegate (idrofite sommerse o flottanti, macrofite). Combinando quindi le suddette informazioni, i sistemi di fitodepurazione vengono distinti in:
- sistemi a flusso superficiale, ovvero bacini scavati, caratterizzati da 20-30 cm di suolo o substrato e 30-40 cm di acqua, in cui il refluo fluisce lentamente, passando attraverso zone non vegetate atte alla sedimentazione del particolato e fasce vegetate con macrofite disposte perpendicolarmente alla direzione del flusso;
- sistemi a flusso superficiale flottanti, realizzati sfruttando specie idrofite flottanti quali giacinto a lattuga acquatica o, molto più spesso, le tradizionali macrofite erbacee perenni sostenute da un supporto flottante;
- sistemi a flusso sotto-superficiale, concettualmente diversi da quelli a flusso superficiale, in cui il refluo non viene mai fatto affiorare in superficie. Vengono dunque distinti sistemi a flusso orizzontale in cui l’acqua reflua è fatta fluire parallelamente alla superficie dell’impianto e sistemi a flusso verticale in cui il refluo percola, spostandosi dalla superficie del substrato in profondità;
- sistemi ibridi, nati come combinazione di due o più sistemi (sub-sistemi) di fitodepurazione, collegati in serie.
La fitodepurazione è stata sviluppata come eco-tecnologia per il trattamento di differenti tipologie di refluo, fra cui acque reflue di drenaggio agricolo e reflui zootecnici, acque di run-off urbano, sottoprodotti derivanti dalle attività industriali (industrie alimentari, cantine, macelli, cartiere, comparti tessili, lavaggio automobili), ma l’impiego prevalente ha riguardato le acque reflue municipali. Le soluzioni impiantistiche maggiormente adattate hanno riguardato l’utilizzo di sistemi ibridi, in grado di sfruttare le prestazioni depurative specifiche di ogni sub-sistema. Questi sistemi si sono rilevati alquanto promettenti, riducendo le concentrazioni di azoto totale fino al 95%, di azoto nitrico fino al 89%, di azoto ammoniacale fino al 99%, di fosforo totale fino al 94% e di sostanza organica fino al 95%.