Odi et amo: L’opinione pubblica sugli alberi in città.
Le città sono sistemi complessi che alternano creazioni dell’uomo a componenti naturali. Con lo sviluppo e l’aumento dell’urbanizzazione, le persone agiscono inevitabilmente modellando il paesaggio in base alle loro preferenze. Il riconoscimento della loro percezione nei confronti dell’ambiente urbano è fondamentale per una corretta pianificazione della gestione del verde che possa garantire anche il coinvolgimento della comunità.
Gli alberi “urbani” generano una serie di importanti benefici, sia ambientali che economici, sociali e culturali, contribuendo al benessere dei cittadini. Sebbene gli alberi urbani siano stati ampiamente percepiti come mero decoro nel passato, ora, nelle città moderne, hanno assunto nuovi funzioni e valori. Nel 2004 Lohr et al. hanno intervistato 2004 famiglie nelle aree metropolitane più popolate degli Stati Uniti continentali; come risultato, la più quotata fra sette possibili ragioni per avere alberi nelle città era l’importanza per l’ombreggiamento e il raffreddamento. Il secondo beneficio più apprezzato era la potenzialità da parte dell’albero di “aiutare le persone a sentirsi più calmi” e, solo successivamente, la riduzione di smog, polvere e rumore. Allo stesso modo, in Nuova Zelanda, gli abitanti delle città hanno associato effetti benefici agli alberi urbani come la creazione di habitat per la fauna selvatica e la regolazione della temperatura dell’aria; con livelli di importanza di molto inferiori, sono stati considerati l’ombra, il sequestro di carbonio e la protezione da vento e rumore (Vesely, 2007). In uno studio condotto in una città messicana di medie dimensioni (Morelia, Michoacán), il beneficio più citato era il miglioramento dell’estetica e la purificazione dell’aria (Camacho-Cervantes et al., 2014).
A volte gli alberi possono produrre anche prodotti percepiti come negativi dalla società (i cosiddetti “disservizi dell’ecosistema”). Esempi di disservizi comprendono sia i rischi per la salute (ad esempio allergie legate al polline, punture di insetti, prodotti tossici come bacche o funghi, lesioni da rami caduti o schianto degli alberi stessi), sia i costi economici (costi di manutenzione straordinaria, costi per riparare i danni alle infrastrutture, trattamento di parassiti e malattie, rimozione di resti di potatura, detriti, ..), sia i rischi sociali (paura di insetti o animali, impatto psicologico del movimento degli alberi, disgusto causato da residui vegetali, visuali bloccate; Cariñanos et al., 2017). Nel sondaggio di Lohr et al. (2004), problemi pratici, come la causa di allergie, venivano considerati preoccupazioni più grandi rispetto alle questioni finanziarie; dopo le allergie, il secondo più grande problema relativo agli alberi era l’occultamento delle insegne dei negozi. Per i residenti neozelandesi, dei sette effetti negativi proposti, solo i problemi di drenaggio sono stati considerati abbastanza importanti (Vesely, 2007). Nello studio a Morelia (Messico), gli alberi più sgraditi erano quelli che perdevano continuamente le foglie, commentando che “gli alberi producono immondizia”, mentre il danno più citato era quello legato ai conflitti con le infrastrutture e la causa di incidenti (Camacho-Cervantes et al., 2014). Come regola generale, sebbene le persone percepiscano che gli alberi delle aree urbane possano causare dei danni, normalmente rimangono della convinzione che i benefici derivanti dagli alberi superino i disservizi.
Considerando le preferenze in merito alla forma dell’albero urbano, le ricerche hanno spesso dimostrato che gli alberi con ampie chiome siano preferiti rispetto a quelli con chioma stretta, con una predilezione generale per alberi a foglie caduche e alberi con tronchi corti (Gerstenberg e Hofmann, 2016); tuttavia, le preferenze nella dimensione degli alberi sono molto variabili in funzione delle aree del mondo (Mullaney et al., 2015).
Altri studi si sono focalizzati sulle motivazioni dei residenti per l’impianto e la rimozione degli alberi nei cortili residenziali presenti nelle aree urbane. Ad esempio, Kirkpatrick et al. (2012) hanno intervistato i residenti dell’Australia orientale e hanno scoperto che normalmente gli alberi venivano piantati in primis per la loro bellezza e per migliorare l’aspetto del giardino, e solo secondariamente per attirare uccelli e animali e incrementare la privacy. Al contrario, gli alberi venivano rimossi perchè considerati malati o “troppo vecchi” e, in un numero minore di casi, per danni a causa delle radici a fondazioni o a tubature, o perché le branche o l’intero albero erano caduti, o a causa della probabilità di una tale schianto. Allo stesso modo, Conway (2016) ha esplorato le motivazioni dei residenti a Mississauga (Ontario, Canada) e ha concluso che l’estetica era la motivazione principale per piantare un albero nel proprio cortile; altre giustificazioni erano la volontà di iniziare a personalizzare il giardino subito dopo l’acquisto di una casa, di aumentare la privacy e/o delineare i confini di una proprietà, e la creazione di ombra. Per la rimozione degli alberi, la ragione più citata era la preoccupazione per la salute degli alberi stessi; molto spesso, infine, i residenti semplicemente non avevano considerato le dimensioni finali dell’albero.
Da quanto imparato dal passato, i processi decisionali in merito al verde urbano devono prendere in considerazione anche le esigenze dei cittadini; lo studio delle percezioni e degli atteggiamenti dei popoli in merito alla selvicoltura urbana dovrebbe costituire un importante contributo per la definizione delle politiche da intraprendere.
Bibliografia
- Camacho-Cervantes M., Schondube J.E., Castillo A., MacGregor-Fors I., 2014. How do people perceive urban trees? Assessing likes and dislikes in relation to the trees of a city. Urban Ecosystems 17, 761–773. doi: 10.1007/s11252-014-0343-6
- Cariñanos P., Calaza-Martínez P., O’Brien L., Calfapietra C., 2017. The cost of greening: disservices of urban trees. In D. Pearlmutter et al. (eds.), The Urban Forest, Springer International Publishing. 79–87 pp. doi: 10.1007/978-3-319-50280-9_9
- Gerstenberg T., Hofmann M., 2016. Perception and preference of trees: A psychological contribution to tree species selection in urban areas. Urban Forestry & Urban Greening 15, 103–111.
- Kirkpatrick J.B., Davison A., Daniels G.D., 2012. Resident attitudes towards trees influence the planting and removal of different types of trees in eastern Australian cities. Landscape and Urban Planning 107, 147–158.
- Lohr V.I., Pearson-Mims C.H., Tarnai J., Dillman D.A., 2004. How urban residents rate and rank the benefits and problems associated with trees in cities. Journal of Arboriculture 30 (1), 28–35.
- Mullaney J., Lucke T., Trueman S.J., 2015. A review of benefits and challenges in growing street trees in paved urban environments. Landscape and Urban Planning 134, 157–166.
- Vesely E.-T., 2007. Green for green: The perceived value of a quantitative change in the urban tree estate of New Zealand. Ecological Economics 63, 605–615. doi: 10.1016/j.ecolecon.2006.12.019